martedì 7 ottobre 2008

Nuovo uso del phon

Non posso non raccontare quello che ha fatto oggi il mio piccolino, perdonatemi il tempo che vi prenderò.
Stanca, nervosa, in fase pre-mestruale e post-litigio-con-i-miei, scoppio a piangere mentre lui gioca tranquillamente nella sua stanza.
Inizialmente il mio pupo ha cercato di sondare il terreno, capire cioè se era stata una sua azione a causare la crisi di pianto. Tanto per non sbagliare ci ha infilato un "non lo faccio più" preventivo (tenero!).
Ad un certo punto lo vedo che si infila le ciabatte ed esce dalla camera, gli chiedo dove avesse intenzione di andare e lui...."a prendere il phon, così ti asciugo le lacrime"!!!!!
Dico, GENIALE!!!!! Oltre che tenerissimo!
Sono scoppiata a ridere, giuro, avreste dovuto vedere la serietà con cui lo ha detto!
Un attimo dopo giocavamo sereni.
Il mio piccolo Arcobaleno eclissa totalmente tutte le stupidaggini scritte da Corinne Maier.

Rieccomi


Maggio 2007, a tale data risale il mio ultimo post.
Se la penna (o meglio, la tastiera) ha preso un periodo di ferie, la mente ha continuato ad osservare, criticare, elaborare.
Mi ritrovo così in una sera di ottobre, sola come 17 mesi fa, ad elucubrare tristemente.
Il mio "moroso" si trova stavolta in territorio italiano, seppur distante da casa.
Il mio piccolino è ormai alla stregua del discolo Alvin (ricordate il cartone animato?) e mi da del filo da torcere. La parte del mio carattere che è in lui viene fuori prepotentemente; ora capisco e compatisco i miei genitori...non deve essere stata impresa da poco tirarmi su (tutta intera, soprattutto!).
Me lo vedo arrivare in camera la mattina ciabattando. Per lui le sei o le otto del mattino non sono molto differenti tra loro: sono entrambe sinonimo di "giorno" e "ola pottiamo giocale!".
Da quando poi ha scoperto la plastilina... Non l' avevo mai vista con occhi di madre. Ricordavo il buon odore, la morbidezza, la molteplicità di usi. Che si appiccicasse ovunque, non andasse più via dalle calze una volta calpestata e catturasse tutta la polvere e i pelucchi presenti nel raggio di un metro l' ho tristemente scoperto l' altro ieri.
Deve essere così che appare la vita ad una donna in prossimità deglia anta.
Da piccole dipingiamo il nostro futuro a tinte favolose, principi azzurri su bianchi cavalli che, con l' adolescenza, diventeranno ricchi manager su comode biposto.
Sogniamo di fare carriera, un buon titolo di studio, magari il dottorato, il lavoro dei nostri sogni, riconosciute ed elogiate o insegnanti o dottori, salvatori di anime e corpi.
Ci troviamo a 27 anni a sperare di trovare UN posto di lavoro; poco importa se la segretaria non rientra tra gli sbocchi professionali della laurea in biologia, tanto la Regione taglia i fondi alle Aziende Sanitarie, il Governo taglia i fondi alla scuola e alla ricerca e dello splendido futuro che mi ero dipinta appena otto anni fa nemmeno l' ombra.
Perlomeno in Italia.
Per fortuna mi rimane il principe azzurro, e non il ricco manager dell' età del progesterone ma il (per ora) squattrinato, dolce, bellissimo ragazzo della porta accanto.