lunedì 5 maggio 2014

Esercizi di autonomia

"Se il bambino non dovesse venire a scuola, per favore chiami e avverta perché se non lo vediamo arrivare allertiamo famiglia e polizia"

Sembrerebbe una raccomandazione strana ed eccessiva senza le dovute premesse.
In Germania i bambini vanno a scuola da soli.
E per bambini non intendo ragazzini in età prepuberale ma pargoli di sei anni con, sulle spalle, zaini più grandi di loro.
Li vedi girare da soli, attraversare in piena autonomia, gestirsi come ometti/donnine avvezzi a muoversi tra semafori e piste ciclabili.
Cominciano ad educarli al culto dell'autonomia già all'asilo, con gite in tram e passeggiate su strada.

Io, però, sono una mamma italiana, portatrice nel DNA di quell'apprensione che si tramanda ormai da generazioni, insieme al colore degli occhi e alla capacità di urlare da una stanza all'altra. 
"Non saltare sul letto, rischi di cadere"
"Non arrampicarti sul divano, rischi di rotolare giù"
"Non sostare vicino ai mobili, ci sono gli spigoli"

Alla veneranda età di 8 anni, il mio primogenito comincia a sentirsi incuriosito da questa improvvisa libertà.
Ho quindi deciso di fargli assaporare momenti di autonomia.

Serviva un nuovo quaderno di matematica, così gli ho messo in mano 4 euro e gli ho detto di entrare in negozio e comprarne uno. Io avrei effettuato i miei acquisti e ci saremmo ritrovati alla cassa.

"Mamma, con i soldi che avanzano posso comprare qualcos'altro a mia scelta?"
"Certo, amore".

Eccitato da questa occasione, si munisce di cestino porta acquisti ed entra baldanzoso in negozio.
"Neanche gli avessi dato 50 Euro" sorrido tra me e me.
Trova il quaderno che gli serve e lo prende, insieme ad altre due o tre oggettini "Fondamentali, mamma!"
Gli faccio notare che deve tenere i conti, altrimenti rischia di non avere abbastanza soldi per pagare tutto.
Dopo un rapido controllo dei prezzi, elimina qualcosa e rimane con il famoso quaderno per la scuola più uno da dedicare esclusivamente ai suoi scritti di piacere, per un totale di 1,59 €.

"Bene, mamma! Ora cerco qualcosa che costi 2,40".

Abbiamo trascorso mezz'ora in quel negozio, lui cercando qualcosa da comprare, la sorella giocando con tutti i peluche in esposizione e io ripetendo che il resto poteva pure metterlo da parte per un'altra occasione.
Finalmente capitola, immaginando altri investimenti per quel capitale, e ci avviamo alla cassa.
Lo lascio fare in totale libertà: deporre gli oggetti sul nastro, ascoltare la cifra declamata dalla cassiera, rigirarsi in mano le monete da 2 Euro prima di scegliere con quale delle due pagare, ricevere il resto.

Non sono ancora pronta a lasciarlo girare per le strade da solo ma almeno ora so che la prossima volta che servirà un quaderno non sarà necessario entrare in negozio tutti e tre in pompa magna.
Io e Laura potremo aspettare tranquillamente in macchina.
Non meno di mezz'ora, ovviamente.

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